Faenza, città delle ceramiche,
in latino Faventia,
in faentino Fẽza!
Dialetto Faentino - Italiano e viceversa
Finora abbiamo inserito nel vocabolario interattivo:
3702
- vocaboli in dialetto
4633
- vocaboli in italiano
1493
- frasi
Novità
di Angelo Emiliani
per immagini
biografia
biografia
Attribuzione immagine
«A ciò mi mossi per lo naturale amore della propria Loquela»
Dante, Convivio, I-X. Citato in Morri Antonio, "Vocabolario Romagnolo-Italiano", realizzato coi tipi
di Pietro Conti all'Apollo di Faenza, 1840, nell'epigrafe del testo.
«Quel dialetto gallo-italico che abolisce le vocali per consonantismi e sincopi delle parole,
come se la parola avesse una sua vibrazione centrale su la quale essa ondeggia in suoni cupi e gutturali.»
Panzini, 1969, 64. Panzini Alfredo, citato in Spallicci Aldo, "Della lingua regionale e della nazionale",
in SocietàTorricelliana di Scienze e Lettere - Faenza, Convegno di studi in onore di Antonio Morri nel primo
centenario della morte (Faenza, 9-10 febbraio 1969), Faenza, Fratelli Lega Editori, 1969, pp. 59-66.
Il dialetto faentino - alla pari di tanti altri - è essenziale, veloce, efficace, rude.
È in fase di estinzione.
Per molti di noi la voce dei genitori, dei nonni, delle persone amate sopravvive nel ricordo associata a sonorità
uniche, particolari, espressive.
Nell'articolo di copertina de "la Ludla (la Favilla)", periodico dell'Istituto Friedrich Schürr, del marzo-aprile 2022,
viene giustamente espresso un deciso dissenso sul fatto che molte pagine web presentino il dialetto unicamente come strumento
di comicità, tramite "contenuti beceri e volgari, come se questi fossero i soli degni di essere veicolati in dialetto".
Il dialetto è una lingua, e come tale merita di essere rispettata e ricordata, senza enfasi, senza pretese, senza troppe complicazioni.
Parliamo qui di dialetto faentino più che altro per circoscrivere la ricerca,
inteso come il dialetto romagnolo comunemente parlato a Faenza e dintorni.
Può risultare utile rintracciare e riproporre il dialetto della nostra città, così come scritto,
negli ultimi due secoli, ipotizzando a volte il parlato.
Questo tenteremo di fare in queste pagine.
Perché? A cosa serve? A cosa serve studiare il latino classico o il greco antico quando più nessuno li parla?
Serve! Perché queste lingue ci aiutano oggi a comprendere meglio le nostre origini,
la nostra cultura e la nostra storia, senza lasciar spazio alla facile retorica della "romagnolità",
ben consapevoli di appartenere ad una sola grande famiglia, quella degli esseri umani.
nome pagina: index.php numero visite dal 12-01-2025 = 1679
versione: 31-01-2025 19:38:12.